Bloccatissimi

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Vuoi vedere che....

martedì 21 febbraio 2012

Ascolta come mi batte forte il tuo cuore

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

 (Wislawa Szymborska)

giovedì 16 febbraio 2012

Il senso di certi ricordi....

Domenica pomeriggio, io sulla sedia con le gambe rannicchiate e il terzo libro in quindici giorni, ma quando sono qui con te, non posso fare molto altro.Ogni tanto alzo lo sguardo e tu sei li, sonnecchi, sposti un po' il braccio, ma ogni istante di più ti vedo sprofondare tra le piege di questo letto.
Quanto pesi? 50 kg? Apri gli occhi per un attimo, mi guardi ma non capisco se mi vedi, ma so che sai che sono qui. Ho allungato i piedi sul letto e sfioro le tue gambe, sono gelide ma non vuoi che ti copra, qua dentro ci si potrebbero covare le uova, e mi viene da ridere. Immagino una miriade di galline che girano per il reparto e che depongono uova qua e la, mentre le infermiere le raccolgono in cestini di paglia. Ma questa non è la realtà.
Ritorno su questa terra. Sei ancora li, tre cuscini sotto la testa, la mascherina dell'ossigeno che si sposta. Ma venti giorni fa non eri in vacanza con la mamma alle cinque terre? Ma perchè il tuo cellulare continua a squillare, ma non hanno capito che non puoi lavorare?
La testa ti si piega sul lato sinistro e la maschera dell'ossigeno ti va a finire sugli occhi, così non respiri, ma tu sonnecchi. Mi alzo ti sposto la testa e riposiziono l'ossigeno sulla bocca. Tu continui a dormire, muovi leggermente la mano, come a dire, tranquilla va bene così. Mi risiedo e continuo con il mio libro. Questo libro che non ho mai finito. Fuori c'è il sole, una di quelle giornate di fine ottobre ancora calde, con un cielo azzurro che sembra che l'inverno non debba arrivare mai e se vuoi te ne vai al mare in costume. Roma è così. Ma io qui sto bene, tranne forse che per questo caldo terrificante.
Riprendo la mia lettura, ma di cosa parla questo libro? Ti guardo di nuovo, di nuovo la tua testa si è inclinata sulla sinistra, mi avvicino a te per sistemare la maschera dell'ossigeno. Ma perchè inclini la testa sempre sulla sinistra? Ma non lo ti accorgi che non respiri così? E così una, due, tre, quattro volte, sempre a sinistra.
Alla fine, prendo dall'armadio un paio di magliette e te le metto arrotolate sul lato sinistro del capo. Voglio vedere adesso che fai! Ti svegli, mi guardi mentre mi siedo. Papà sei diventato così piccolo, quindici giorni fa avevi 63 anni, e oggi quanti, 5? Riprendo il libro e ti guardo ancora, i nostri occhi si incontrano, mi sorridi, un sorriso che io conosco bene, l'ho visto ogni volta che ti preparavi a organizzare qualche scherzo improbabile, tu sei l'uomo più dispettoso che io abbia mai conosciuto, sorridi di nuovo e chini la testa sulla "destra"! Ci avrei giurato. Ora ti riconosco.
Vorrei porter ricordare altro, ma forse è troppo presto o forse questo è tutto quello che mi serve per averti sempre con me!
Ciao Brunello.