Lo so molti di voi stavano aspettando un altro
articolo, ma abbiate pazienza, quello arriverà presto è in fase di
elaborazione. Questo post lo avevo in canna già da molto tempo, e quindi come
non rendervi partecipi di uno dei momenti più alti delle mie giornate da
casalinga?
Ora io non ho ancora ben chiaro se sia in atto una
congiura di tutti i salumieri di Roma, contro di me, o se il trattamento che mi
viene riservato è anche a vostro appannaggio. Certo è che i salumieri sono una
della categorie professionali più incompetenti in cui io mi sia mai imbattuta,
o meglio diciamo che tutti quelli ai quali mi rivolgo io devono essere
colpiti da un deficit dell’attenzione di proporzioni stratosferiche
Per rendere meglio l’idea di cosa sto parlando, questo
è il dialogo tipo che di solito ho quando vado a comprare affettati o formaggi
vari, l’ultimo proprio pochi minuti fa.
“Salve bella signora cosa desidera?” faccio notare che
mentre il salumiere pronuncia queste parole è piegato a sistemare qualcosa
sotto il bancone. Io aspetto che si alzi in piedi, ma quando lui mi ripete,
“Cosa desidera?” come dall’oltretomba, io con calma apparente, in quanto già
conscia di quello che che mi appresto a vivere nei prossimi 5 minuti, (che poi
è quello che accade ogni volta), rispondo “Un etto di prosciutto”, sempre in
trepidante attesa di vederlo risorgere da sotto il bancone. E miracolo eccolo,
e mentre si alza e si volta verso l’affettatrice, quindi dandomi le spalle, mi
chiede di nuovo, “Quale prosciutto”.
Nella mia mente appaiono già le scritte a
neon MA MI STA PRENDENDO PER IL CULO? Cazzo sei voltato di schiena, sul bancone
ci saranno almeno 20 prosciutti, se non ti giri come cazzo te lo indico? E
quindi siccome mi metto sempre in discussione, guardo meglio sullo scaffale se,
per caso, fossero stati indicati numeri e lettere come nella battaglia
navale per identificare le coordinate necessarie all’individuazione del suino!
Niente coordinate e niente battaglia navale come immaginavo. Ma visto che non
si volta e continua a pulire quella maledettissima affettatrice, io con voce
ferma e descisa: “QUELLO”, e alzo il dito indicando il prosciutto che vorrei,
resto un po’ con il braccio alzato e poi…mavaffanculo, lo abbasso, e so che
proprio in quell’istante lui si volterà e mi chiederà di nuovo “Allora quale ha
detto?”.
Ora probabilmente la pazienza, se fosse la prima volta che
accade, non avrei neppure dovuto raccoglierla per farmi forza ed
indicarglielo nuovamente, ma capite che sono anni, e salumieri di tutta Roma, e
quartieri girati invano alla ricerca di un cazzo di maledettissimo norcino che
ti parli guardandoti in faccia e che faccia due semplici cose, ascoltare quello
che gli chiedi e dartelo. Quindi dicevamo, munita di tutta la pazienza che mi è
stata concessa, indico nuovamente il prosciutto e prodigio al primo colpo anche
lui sembra averlo riconosciuto, lo prende lo mette in macchina e comincia ad
affettare e tu disperata, cominci a domandarti, ma si ricorderà che gliene ho
chiesto un etto? E poi mi sento un verme perché sono sempre la solita malfidata, in fondo gli ho solo
chiesto un etto di prosciutto, come fa ad essersene dimenticato, sono passati
solo, quanto 57 secondi? e proprio in quello stesso istante, lui si gira e mi
chiede, “Quanto ne faccio?”, mi verrebbe da dirgli “...faccia a piacere”, ma mi
rendo conto che il sarcasmo in questo momento non sarebbe di aiuto affatto e mi
limito a ripetere “un etto grazie”.
Intanto guardo il prosciutto fetta sopra
fetta e ad occhio mi sembrerebbe molto più di un etto, ma forse lo ha tagliato
molto fino, (che bravo, nemmeno glielo avevo detto), ecco ha finito, prende la
cartata, la spara sulla bilancia e toh, un etto e ottanta grammi, e con uno
sguardo sognante si rivolge a me e mi dice “Era un etto e mezzo, vero, mi
dispiace sono trenta grammi di più, che faccio lascio?”, che faccio lascio? E
cosa vorresti fare riappiccicare 80 grammi di prosciutto a fette sul coscio
sano, dimmi mio carissimo ed emerito testa di cazzo! Se ti dico, non no va bene
non lasci cosa fai, te li magni tu quegli ottanta grammi, no perché se la tua
soglia di attenzione non ti permette di eseguire un comando così semplice, e
tutte le tue clienti in un impeto di stronzaggine si rivoltassero contro la tua
incompetenza dicendoti “ NO NON LASCI” cosa faresti? Diventeresti l’uomo
prosciutto ingozzandoti di tutti i tuoi errori? Ma un giorno prima o poi lo
farò e starò lì a vederti lambiccare su cosa fare con quegli ottanta grammi di
prosciutto che ora mi vado a mangiare alla faccia tua!
Scrivi magistralmente con sarcasmo e rendi partecipe chi legge
RispondiEliminaIo di solito gli dico di togliere quello in più.
RispondiEliminaCosa se ne faccia (dalla chirurgia plastica ricostruttiva al coscio affettato alle mai abbastanza consigliate pratiche di sodomia autoerotica) non è materia che mi riguardi.
Solitamente dopo un paio di volte che ripetiamo questa gag mi ascolta attentamente e memorizza i quantitativi richiesti.
E non credo dipenda dal fatto che io sia un uomo-che-fa-la-spesa: sicuramente voi fanciulle, quando si tratta di rapportarsi con la forza vendita, avete dotazioni di gonadi virtuali che ci fanno sembrare eunuchi della comunicazione interpersonale.
Ossequi! :-)
In un twitt mi ricordo che dicesti che siamo noi a decidere come farci trattare dalla gente quindi secondo me dovresti fargli togliere gli eccessi a chiunque e vedrai che si ricorderanno di te ^_^
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