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venerdì 20 luglio 2012

Sono 30 grammi in più, che faccio lascio?


Lo so molti di voi stavano aspettando un altro articolo, ma abbiate pazienza, quello arriverà presto è in fase di elaborazione. Questo post lo avevo in canna già da molto tempo, e quindi come non rendervi partecipi di uno dei momenti più alti delle mie giornate da casalinga?

Ora io non ho ancora ben chiaro se sia in atto una congiura di tutti i salumieri di Roma, contro di me, o se il trattamento che mi viene riservato è anche a vostro appannaggio. Certo è che i salumieri sono una della categorie professionali più incompetenti in cui io mi sia mai imbattuta, o meglio diciamo che tutti quelli ai quali mi rivolgo io devono essere colpiti da un deficit dell’attenzione di proporzioni stratosferiche

Per rendere meglio l’idea di cosa sto parlando, questo è il dialogo tipo che di solito ho quando vado a comprare affettati o formaggi vari, l’ultimo proprio pochi minuti fa.

“Salve bella signora cosa desidera?” faccio notare che mentre il salumiere pronuncia queste parole è piegato a sistemare qualcosa sotto il bancone. Io aspetto che si alzi in piedi, ma quando lui mi ripete, “Cosa desidera?” come dall’oltretomba, io con calma apparente, in quanto già conscia di quello che che mi appresto a vivere nei prossimi 5 minuti, (che poi è quello che accade ogni volta), rispondo “Un etto di prosciutto”, sempre in trepidante attesa di vederlo risorgere da sotto il bancone. E miracolo eccolo, e mentre si alza e si volta verso l’affettatrice, quindi dandomi le spalle, mi chiede di nuovo, “Quale prosciutto”.
Nella mia mente appaiono già le scritte a neon MA MI STA PRENDENDO PER IL CULO? Cazzo sei voltato di schiena, sul bancone ci saranno almeno 20 prosciutti, se non ti giri come cazzo te lo indico? E quindi siccome mi metto sempre in discussione, guardo meglio sullo scaffale se, per caso, fossero stati indicati numeri e lettere come nella battaglia navale per identificare le coordinate necessarie all’individuazione del suino! Niente coordinate e niente battaglia navale come immaginavo. Ma visto che non si volta e continua a pulire quella maledettissima affettatrice, io con voce ferma e descisa: “QUELLO”, e alzo il dito indicando il prosciutto che vorrei, resto un po’ con il braccio alzato e poi…mavaffanculo, lo abbasso, e so che proprio in quell’istante lui si volterà e mi chiederà di nuovo “Allora quale ha detto?”.
Ora probabilmente la pazienza, se fosse la prima volta che accade, non avrei neppure dovuto raccoglierla per farmi forza ed indicarglielo nuovamente, ma capite che sono anni, e salumieri di tutta Roma, e quartieri girati invano alla ricerca di un cazzo di maledettissimo norcino che ti parli guardandoti in faccia e che faccia due semplici cose, ascoltare quello che gli chiedi e dartelo. Quindi dicevamo, munita di tutta la pazienza che mi è stata concessa, indico nuovamente il prosciutto e prodigio al primo colpo anche lui sembra averlo riconosciuto, lo prende lo mette in macchina e comincia ad affettare e tu disperata, cominci a domandarti, ma si ricorderà che gliene ho chiesto un etto? E poi mi sento un verme perché sono sempre  la solita malfidata, in fondo gli ho solo chiesto un etto di prosciutto, come fa ad essersene dimenticato, sono passati solo, quanto 57 secondi? e proprio in quello stesso istante, lui si gira e mi chiede, “Quanto ne faccio?”, mi verrebbe da dirgli “...faccia a piacere”, ma mi rendo conto che il sarcasmo in questo momento non sarebbe di aiuto affatto e mi limito a ripetere “un etto grazie”.
Intanto guardo il prosciutto fetta sopra fetta e ad occhio mi sembrerebbe molto più di un etto, ma forse lo ha tagliato molto fino, (che bravo, nemmeno glielo avevo detto), ecco ha finito, prende la cartata, la spara sulla bilancia e toh, un etto e ottanta grammi, e con uno sguardo sognante si rivolge a me e mi dice “Era un etto e mezzo, vero, mi dispiace sono trenta grammi di più, che faccio lascio?”, che faccio lascio? E cosa vorresti fare riappiccicare 80 grammi di prosciutto a fette sul coscio sano, dimmi mio carissimo ed emerito testa di cazzo! Se ti dico, non no va bene non lasci cosa fai, te li magni tu quegli ottanta grammi, no perché se la tua soglia di attenzione non ti permette di eseguire un comando così semplice, e tutte le tue clienti in un impeto di stronzaggine si rivoltassero contro la tua incompetenza dicendoti “ NO NON LASCI” cosa faresti? Diventeresti l’uomo prosciutto ingozzandoti di tutti i tuoi errori? Ma un giorno prima o poi lo farò e starò lì a vederti lambiccare su cosa fare con quegli ottanta grammi di prosciutto che ora mi vado a mangiare alla faccia tua!


3 commenti:

  1. Scrivi magistralmente con sarcasmo e rendi partecipe chi legge

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  2. Io di solito gli dico di togliere quello in più.
    Cosa se ne faccia (dalla chirurgia plastica ricostruttiva al coscio affettato alle mai abbastanza consigliate pratiche di sodomia autoerotica) non è materia che mi riguardi.
    Solitamente dopo un paio di volte che ripetiamo questa gag mi ascolta attentamente e memorizza i quantitativi richiesti.
    E non credo dipenda dal fatto che io sia un uomo-che-fa-la-spesa: sicuramente voi fanciulle, quando si tratta di rapportarsi con la forza vendita, avete dotazioni di gonadi virtuali che ci fanno sembrare eunuchi della comunicazione interpersonale.
    Ossequi! :-)

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  3. In un twitt mi ricordo che dicesti che siamo noi a decidere come farci trattare dalla gente quindi secondo me dovresti fargli togliere gli eccessi a chiunque e vedrai che si ricorderanno di te ^_^

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